Wednesday 7 March 2012

FAVOLETTA ECOLOGICA

Sono ormai da tempo su nonnotalpone.com ma sono un nostalgico che ritorna a vedere il primo blog, forse come il primo amore non si scorda mai.
Per altri nostalgici o disattenti riproduco la mia recente favoletta ecologica, che ho pensato tanti mesi fa in Valnerina.

Poteva ben dirsi benestante e senz’altro fortunato il ragionier Bertuccioni, quasi dal nulla aveva accumulato un patrimonio di appartamenti, negozi, qualche villa, terreni e lucrose attività, per non parlare di un paio di auto di lusso, un discreto cabinato al mare e ampie disponibilità di denaro.
Nel suo paese poi, dove un titolo di dottore non te lo nega nessuno, perfino quando parcheggi l’auto, un cavalierato del lavoro non si poteva certo negare ad uno che si dava tanto da fare, bisognava senz’altro ammettere che se lui era bassotto, calvo e atticciatello, passava anche per un rubacuori nel suo ambiente.
A dire il vero non era uomo da accontentarsi facilmente, sapeva destreggiarsi abilmente negli affari, magari imbrogliando gli incauti soci temporanei e stroncando senza pietà gli eventuali concorrenti, ma si riteneva uomo del popolo, democratico e aperto a tutti.
Infatti se qualcuno aveva bisogno urgentemente di denaro, la sua porta era sempre aperta, certo con qualcosa di sostanzioso in cambio, di solito con le dovute ampie garanzie e ad un tasso di interesse, diciamo “personalizzato”.
Consegnava anche degli oboli alla Chiesa, con più frequenza se non erano soldi suoi e magari con una certa enfasi pubblicitaria, forse anche alla vigilia di certi lucrosi affari, ma in fondo lui si autoassolveva sempre, come tante persone che lo accompagnavano, perché gli adulatori non mancano mai ai potenti.
Da sincero ecologo amava la natura incontaminata, spesso trovava il tempo di girare per le campagne e le colline dei dintorni al fine di valutare buoni affari e possibili speculazioni.
Si considerava un filosofo ottimista, che sa cogliere quanto c’è di buono nella vita, infatti in queste sue puntate naturalistiche non disdegnava mai, da uomo della strada, di raccogliere frutta, ortaggi, oggetti abbandonati che gli si offrivano invitanti.
Non solo saltuarie attrezzature come gruppi elettrogeni, trapani, vanghe, scalette e vasi di fiori, ma anche mele, pesche, cavoli, pomodori, insomma quello che madre Natura offre generosamente a noi mortali.
Quel tardo pomeriggio d’inverno, solare e tiepido, sulla collina dei noceti il possibile raccolto, oltre ad una piccola recinzione, era veramente invitante, così, avendo tratto dal baule del suo Suv due grossi sacchi di canapa, che da uomo previdente portava sempre con sé, si addentrò tra gli alberi per afferrare quante più noci gli fosse possibile.
Che umiltà, pensate che si chinava verso terra e metteva nel sacco i gherigli marroncini, con o senza mallo e avanzava alacre e raccoglieva, quasi senza riposo.
Non si poteva negare che fosse democratico se, oltre alle speculazioni di centinaia di migliaia di euro, da uomo alla buona sapeva apprezzare anche qualche pacchetto di noci, se erano gratuite.
Ormai il grosso sacco era colmo, lo legò con cura, si guardò intorno con cautela e continuò beato la sua raccolta.
Pensava modestamente che “ ogni noce è un soldino “, così continuava la sua fatica con l’alacrità che avrebbe voluto avessero i suoi dipendenti, “ il lavoro è una gioia “ si diceva con animo evangelico e il gusto di afferrare come sempre si stava tramutando in frenesia.
Si era ormai sull’imbrunire, talvolta gli capitava di raccogliere sassolini tondi e opachi, anziché noci, ma come smettere, almeno completare il secondo sacco, che sciocco poi a non averne portati un altro paio, mormorò tra sé, al prezzo attuale delle noci era un bell’affare.
Che fruttuosa combinazione ecologica: aria pura, esercizio fisico e guadagno, cosa chiedere di più ?
Se lo ripeteva beato, trascinando il suo pesante sacco per la piccola radura, poi oltre quel piccolo cespuglio, quando il terreno gli mancò sotto i piedi e precipitò giù dal dirupo coperto di rovi, tenendo stretto il suo tesoro, per non perdere nemmeno una noce, ma solo la sua vita.

Tuesday 14 February 2012

SAN VALENTINO

Giornata durissima oggi, il piccolo polipetto febbricitante, noi a casa del nipotino a curarlo e cullarlo, a sera , dopo 12 ore arrivano dal lavoro i genitori.
Alle 20.30 ritorno al nostro nido, un aperitivo e mangiamo un boccone.
E' San Valentino, un brindisi, un bacio e siamo ancora felici e teneri come due ragazzini.
Che cosa strana è l'amore, con gli anni invece di diminuire sembra crescere.
Ne sono stupito e quasi spaventato.

Saturday 11 February 2012

NOSTALGIA

Ogni tanto ritorno a vedere il mio vecchio blog, quello con cui ho iniziato tanti mesi fa, quando non sapevo nemmeno cosa fosse quella parola, mi dispiace averlo abbandonato, sono approdato da tempo su nonnotalpone.com
Provo sinceramente una grande nostalgia per questo formato modesto, con le rondini che volano alte, penso che ritornerò di tanto in tanto con qualcosa di personale.

Monday 9 January 2012

Talpone migrante

Cari lettori, devo avvertirvi che i prossimi post saranno pubblicati sul sito di nonno talpone. wordpress.com
I motivi sono di ordine tecnico o meglio di incapacità personale a gestire correttamente le procedure, comunque siete benvenuti anche nella nuova sede.
Con cordialità.
Nonno Talpone

Saturday 24 December 2011

FAMIGLIA TALPONI A LONDRA

“Siamo atterrati finalmente, con qualche scossa è vero, ma via, senza neanche sfracellarci al suolo, non ci sono stati dirottamenti aerei, è caduta una valigia ma non è esplosa nessuna bomba, fuori il tempo appare normalmente nuvoloso, non fa neanche tanto freddo qua fuori”
Cosa volete, nonno Talpone si felicita con sé stesso per queste piccole cose, ad altri parrebbero forse normali e quotidiane, ma per lui, catastrofista congenito, queste rappresentano una novità piacevole, quelle piccole cose che rendono la vita una gradevole parentesi tra la nascita e la morte.
Squilla subito il cellulare, è il Martello deus, vuole sapere come stanno i due vecchietti e se tutto va bene.
Certo che va bene, non si capisce perché questi giovani sono così apprensivi e preoccupati per un nonnulla.
Talpone chiede sbrigativo se c’è un treno per questo sobborgo di Brighton dove si sono trasferiti gli sposini, lasciando quel bellissimo appartamento sul Tamigi che avevano arredato con cura alla periferia di Londra.
Il figlio dà indicazioni vaghe, dice di aspettare a comperare i biglietti, ma fornisce l’orario dei due prossimi treni, tra dieci e tra venticinque minuti.
Sui nastri arrivano inspiegabilmente tutte e due le loro valige, si avviano all’uscita e poco prima avviene un piccolo litigio con la moglie Istrice, che, non contenta di aver acquistato liquori e scatole di cioccolatini al Duty Free Shop di Linate per il nuoro, insomma per il Tasso irlandese, vorrebbe accaparrare altre bottiglie di liquori per eventuali regali.
Già loro trascinano due valigioni trolley contenenti 30 pacchetti di pan pepati da lei cucinati e confezionati, torrroni vari, bottiglie di grappa per l’irlandese, dolcetti casalinghi alle mandorle, tartufi in vasetto del nipote cacciatore, pezzi di parmigiano, lunghi salami di Felino, oltre ad una latta di cinque litri di olio extravergine “ nostrale “ dell’alta Valnerina.
Casualmente questa volta hanno dimenticato il solito filone di pane sciapo da due chili di Collepizzuto o di Stroncone.
Escono finalmente dai portoni automatici e mentre sono in fila alla biglietteria li sorprende il gioioso Martello deus, che li abbraccia, li coccola e si accolla tutti i bagagli mentre li guida all’uscita verso la stazione.
Che gentile sorpresa, povero piccolo!
Tra la folla vedono due tizi travestiti da renne artiche che cercano gli amici.
Talpone ironizza, ma il Martello tiene a precisare che mentre lui aspettava, poteva riconoscere gli italiani in arrivo, prima ancora che si mettessero a gridare come il solito, perché erano vestiti con gran giubbotti imbottiti, scarponi, guanti e occhiali da sole, come sciatori che fossero venuti a cercare i loro attrezzi sportivi prima della discesa.
Che esagerato di figlio !
Casualmente nonno Talpone guarda prima la moglie, poi si vede in una vetrina.
Caspita, è vero, occhiali da sole a parte, sono italiani anche loro.
Fuori scoprono che la temperatura è di sei, otto gradi più alta di Milano, ma andando al nord tutti si aspettano prudentemente sempre il peggio.
Nonno Talpone non osa confessare che nella valigia, prima della partenza, ha furtivamente nascosto oltre ad una scorta di quattro cellulari, cinque penne, due computer, anche un paio di mutandoni lunghi da sci, guantoni imbottiti, un berretto di emergenza di lana pesante di colore rosso con pon-pon ed un paio di ghette da apporre agli scarponi in caso di grandi nevicate.

Wednesday 21 December 2011

BENVENUTO !

Ieri sera tardi, davanti al suo foglietto bianco, nonno Talpone improvvisamente mi ha chiesto “ Ma io chi sono ?”
Certe volte lui mi sorprende, nonostante l’abitudine alle sue eccentricità, che ho acquisito in seguito ad una lunga convivenza.
Che domanda, sarà l’effetto degli smilzi volumetti di filosofia raccontata dai filosofi, quelli da un euro che l’edicolante gli consegna insieme al suo giornale quotidiano ?
Sarà forse la recente ricorrenza annuale del conto dei suoi anni, cifra notevole, ma non eccessiva ?
Certo non è più il ragazzo che si pone domande esistenziali sul significato della vita, quel periodo giovanile tormentato e magico in cui si scopre e si cerca di decifrare il mondo esterno.
Forse il fatto di non essere più impegnato in una occupazione con orari , tempi e compiti vincolanti, l’avere i figli ormai cresciuti e fuori di casa, un’insieme di fattori gli lasciano ora ampi spazi disponibili di tempo libero.
No, secondo me questa creatura di incerta natura, animale ed umana, questo essere che non sa scegliere a quale generazione appartenere, che si immedesima gioioso con i bambini, ma si unisce con aria sbarazzina e incosciente con i giovani e si intende con le persone più mature e talvolta interloquisce anche con gli anziani, questa maschera nata per caso e per gioco otto mesi fa dall’idea di un figlio martellante e fantasioso, nonno Talpone insomma, sta forse muovendosi ed emergendo dalle righe scritte.
Che stia cercando una vita propria, come quei mostri, quelle creature fantastiche che escono dalla digitalizzazione computerizzata del figlio lontano ?
Benvenuto allora, caro nonno Talpone, hai però scelto un periodo molto difficile, amaro e competitivo per nascere.
Volgarità, miseria, ingiustizia sociale, fantasmi di odio e di razzismo che pensavamo scomparsi, intolleranza acuta verso i diversi.
Cosa rispondergli ?
“ Sei quello che sei, accontentati e sii felice se puoi, non farti troppe domande, guardati dentro se vuoi, compatisci e ama gli altri, accettati, è la cosa più difficile, sii sereno “
“ Ma io vorrei solo ascoltare te e gli altri, cercare di capire, provare a sorridere, mi accontento di vivere momentaneamente e di lasciare, se posso, una piccola luce di comprensione” mi ha risposto con aria mite.
“ Allora sii benvenuto tra noi nonno Talpone, sii lieve e lasciaci una speranza, per ora un buon Natale a te e a tutti i tuoi lettori, è il solstizio d’inverno, poi ritornerà la luce, domani è la partenza per le lontane spiagge di Brighton, non farti venire la solita tremarella da viaggio “
“ Ma non si poteva andare in mari più caldi, come Goa, Hurgada o Pucket ?”
“ Ma vuoi sfidare le ire del tuo amato e terribile Martello di dio ? Poi dimentichi che la tredicesima è stata gentilmente versata come anticipo al dentista veneto, con ricevuta beninteso, non brontolare, vola e siate felici se potete”.

Tuesday 20 December 2011

BIANCANEVE VA ALL’ASILO

I nonni, si sa, sono come i Pompieri o il Pronto Intervento.
Per le mamme e i papà che lavorano, in caso di necessità, i genitori o i suoceri, i nonni insomma, quando fortunatamente ci sono e sono disponibili, diventano il riferimento obbligato, facile e gratuito.
Inoltre i nonni attuali, quelli giunti fortunosamente in pensione, una razza in via di estinzione come i panda e le tigri siberiane, sono ben felici di correre in aiuto ed assistere gli amati nipotini.
Per esempio nonna Istrice si scioglie subito, con voce dolce panna, per correre a giocare il più a lungo possibile con i pargoletti, quelli che gli ricordano i suoi figli quando avevano la loro età, ringiovanendo subito di trent’anni, senza lifting, massaggi o percorsi benessere.
Nonno Talpone invece ha una dignità da mantenere, per cui quando ne è richiesto, lui brontola, puntualizza, solleva cavilli e condizioni.
Nel frattempo si affanna ad allacciarsi le scarpe con le stringhe che si arrotolano come vipere, cerca gli occhiali, controlla il livello della scatoletta magica delle caramelle e coca coline, per precipitarsi fuori ansimando, come appunto i pompieri chiamati in azione.
Se potesse lui disporrebbe una pertica per scivolare a terra più in fretta, azione sconsiderata, calcolando sia la sua dubbia preparazione atletica, sia il fatto incontrovertibile di abitare al terzo piano del suo vecchio fabbricato.
Ieri mattina vi era stata una chiamata in servizio urgente.
La dolce avvocato Tuttopiede usciva alle 7 per correre in stazione verso una riunione urgente in una lontana città, il figlio promettente avvocato doveva essere fuori casa mezz’ora dopo per una riunione urgente.
Situazione ideale per nonno Talpone, lui era finalmente necessario, utile, quasi indispensabile.
Ha imposto alla moglie di rimanere a letto a dormire, si è alzato di corsa alle 6, unoyogurt veloce al caffè per darsi energia e poi fuori di corsa a piedi verso il villaggio residence di Wisteria Lane.
“ Ma quale macchina, quali mezzi pubblici, si va a piedi !”Si è detto con piglio mascolino da capitano coraggioso.
Avrebbe portato anche il campanellino con il manico di legno, comperato in una fiera 20 anni fa, tanto per segnalare in strada l’urgenza dell’intervento richiesto.
Le strade erano però quasi vuote e con un improvviso guizzo di lucidità aveva realizzato che qualche autoambulanza di passaggio avrebbe potuto fraintendere le sue intenzioni e portarlo in un’altra destinazione non voluta.
Arrivato trafelato nell’appartamento dei piccoli, li ha trovati tutti beatamente a fare colazione con latte e biscotti.
Nonno Talpone ha imposto al figlio di uscire subito per andare al lavoro e lasciargli libero il campo.
Nonno e nipotini tutti soli, che bellezza!
“ Piovretta mangia il tuo dolcetto, le camilline sono così buone ( falso, ma pazienza, non tutti amano i taralli al finocchietto)”
“No, non voio più, voio cartoni ‘nimati, quello coi gatti”
“Piccolo mio, vuoi diventare grande come il nonno ?”
“Si, voio grande, ma camillina no !”
“Piovretta, se vuoi diventare grande devi mangiare la Camillina. Altrimenti la Camillina mangia te ed è lei che diventa grande. Ti faccio il disegno con il biscotto che ti mangia e diventa grande lui?”
“ No, mangio io, ma poi cartoni !”
“ Vedremo, tu Scoiattolino vuoi ancora della Nutella sul pane? No, con la fetta di pane, non in bocca a cucchiaiate !”
Incitamenti e storie, pulire, spalmare, far indossare sciarpe, cappotti, cappelli.
Al momento di uscire la Piovretta si butta in terra e strilla con le lacrime agli occhi “ No, non vado alla casa dei giochi, voio a casa con nonno!”
Crisi diplomatica, per fortuna vi è solo un ribelle da convincere.
Brillante idea talponiana “ Piovretta, hai presente Biancaneve e i sette nani ? Bene usciamo fuori, voi fate i nanetti e si canta in coro. Andiam, andiam , andiamo a lavorar, ta , ta, ta…”
Lo strattagemma funzione alla perfezione: in fila indiana nonno Talpone ( o Biancaneve ?), seguito dai due nanetti intabarrati, marcia con passo cadenzato verso l’asilo comunale cantando la strofetta magica.
All’arrivo madri assonnate e affannate, che poi devono correre al lavoro.
Ragazze, lasciate fare a noi nonni !